Spada a Due Mani
La spada a due mani è forse l’arma più conosciuta tra quelle utilizzate nei secoli; ne esistono diversi tipi che si differenziano per lo stile di combattimento, l’epoca, l’area geografica e l’utilizzo.
Filippo Vadi, maestro pisano che dcrisse il trattato “De Arte Gladiatoria Dimicandi”, ci parla della misura che doveva avere la spada e ci dice che doveva essere lunga da terra fin sotto al braccio e che l’impugnatura doveva misurare quanto una spanna e la guardia quanto l’impugnatura più il pomo, quindi potremmo ipotizzare una misura di circa 125/135 cm di spada con una lama di 100/105 cm e un elso di 25/30 cm.
La spada è costituita da diverse parti, ognuna delle quali svolge una precisa funzione.
Il pomo, di forma sferica o allungata che serve a bilanciare l’arma e ha anche una funzione offensiva;
il mantenere o impugnatura, che in genere ricopriva il codolo ed era in legno rivestito di pelle per aumentare la presa;
l’elso (o guardia), che serve a proteggere le mani bloccando la spada avversaria ed è anche utilizzato in maniera offensiva potendo essere acuminata e affilata alle estremità.
La lama è costituita da due fili, entrambi affilati; quello dritto che generalmente è rivolto verso l’avversario e quello falso all’opposto.
La lama si divide anche in:
forte: la parte più vicina alla guarda, la più resistente e generalmente quella più spessa utilizzata per parare;
medio: la parte centrale che permette di parare e colpire, ingaggiare, “sentire il ferro dell’avversario e successivamente ottenere le prese di ferro;
debole: l’ultimo terzo della lama, quello con la quale si portano i colpi mantenendo la misura lunga.
Il nostro corso di spada a due mani prende in considerazione gli scritti lasciati in eredità dai maestri Italiani più famosi:
- Il Fior di Battaglia – Fiore de’i Liberi (1410),
- il De Arte Gladiatoria Dimicandi – Filippo Vadi (1482-87)
- l’Opera Nova dell’Arte delle Armi – Achille Marozzo (1536).
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